Progettiamo un cimitero pensando ad un luogo in trasformazione e non ad un luogo di esclusione dalla vita. Per la sepoltura affidiamo i corpi alla Natura ed alla sua capacità di coinvolgere la morte in un processo di rigenerazione, che altro non è che la vita stessa. La vegetazione sarà un mantello per noi e per loro. Non c’è la città dei morti, ma c’è una soglia e noi camminiamo sul bordo a
contatto con loro, in un continuo tra presente e passato prossimo. Non c’è distanza tra noi e loro, il tempo e la Natura ci avvicinano, purificando il sentimento della morte. La tristezza della separazione è mitigata dalla capacità di rigenerazione della Natura. Tutti i morti sono uguali ed un senso cosmico di giustizia ci avvolge.
La città non si vergogna del suo cimitero, la città gode del suo cimitero. Il cimitero è un luogo di meditazione, semplice, un parco in cui la natura si appropria dello spazio e lo trasforma secondo il suo ciclo vitale; il progetto dell’architettura monumentale e celebrativa lascia spazio al mutamento, all’appropriazione, al deperimento… in una parola, alla Natura. Una serie di segni circolari, scandiscono e scavano l’area, sono unghiate nella terra; sono lunghe ma non alte, alla portata dei vivi; …sono la soglia tra la vita e la morte… A coprire i morti non sono edifici ma tumuli, protetti dalla vegetazione, degradanti differentemente a formare un parco naturale dove tutti possano trovare il raccoglimento per la loro meditazione. La terra si modella, si muove, i percorsi tra le lame circolari creano occasioni di sosta; si può salire sulle sommità e scoprire le zone ipogee, stupirsi della loro presenza circondati dagli odori e dai colori della natura che rimarranno negli occhi. Ma il suolo ci riserva una sorpresa. Il passo si poggia su un’altra soglia, è una scoperta, la presenza del cimitero in terra come se i morti ci fossero sempre stati e la natura li abbia sempre saputi proteggere.
Gli ambiti semi ipogei custodiscono anche gli interri in un suolo morbidamente modellato; e così i percorsi intorno sembrano scavati nel terreno come puliti dalla polvere del tempo. Le cappelle saranno occasione per tutti di devota preghiera, saranno il luogo sacro di tutti i morti… All’interno degli ambiti semi ipogei ci saranno le cappelle private e saranno delle piccole pause alla lunga serie di sepolture verticali. Collocate per lo più in testata delle grandi rampe, sono luoghi sacri di meditazione e preghiera per tutto l’ambito di cui fanno parte. Suggerito dal naturale andamento del progetto, il segno lasciato al tempio crematorio è un segno anch’esso circolare, un ulteriore ambito di meditazione e di preghiera in cui tutti entrando veniamo avvolti.
Il volume si innalza verso il suo fulcro, il forno, ed un camminamento circolare lo protegge è il giardino dei ricordi per la dispersione delle ceneri… Tutte le funzioni accessorie del cimitero sono incluse in un segno semplice, un corpo architettonico lineare che sottolinea il fronte dell’esistente cimitero e raggiunge il nodo d’ingresso comune ad entrambi. Percorrendo questo asse via via le funzioni risultano più pregnanti e riservate, fino ad arrivare al complesso del Tempio Crematorio.