by Olga Romano, Annalisa Tacconi, Cesarina Tiberi
Urban Exhibition Design Studio by Daniele Mancini
First School of Architecture, Roma “La Sapienza”
2009-2010
Questi oggetti così particolari e insoliti sembrano essere a loro agio in questo luogo ( … ) Eppure, basta qualche minuto per rendersi conto che un vero motivo per cui sono in questo luogo non c’è ( … ) Alcuni tratti delle strutture sono coperti come da un involucro, come se in quei punti il materiale di cui sono fatti fosse diventato più prezioso nel corso del tempo. Essi, lentamente, come il carbone, si trasformano in diamante ( … ) sul suolo la maglia di binari ( … ) lascia intuire che questi oggetti possono essere spostati e disposti singolarmente o accostati fra loro. Un aspetto curioso questo, metafora di un essere che nonostante il desiderio di affermare la propria individualità, deve piegarsi alla consapevolezza di aver bisogno di unirsi ai suoi simili. E io posso sperimentarli, posso interagire con essi e muoverli per capire cosa vogliono, sapere cosa osservano … eppure, questi oggetti vivono della mia esperienza!( … ) Una volta raggiunto l’interno di queste strutture ci si abbandona alla sperimentazione dei sensi. Una scalata verso l’alto, oppure qualche passo avanti lungo le passerelle che si affacciano sul fiume ed ecco che esse mostrano un nuovo punto di vista ( … ) Si può dar vita a scenari inconsueti che animano questi giganti di ferro donandogli un aspetto burlesco e sognatore. I rivestimenti, che scandiscono parti delle strutture, filtrano i pensieri della mente e giocano con essi ( … ) Da questo momento non si guarda più per vedere cosa c’è ma, piuttosto, quello che non c’è o, meglio ancora, quello che prima non si vedeva … non si riusciva a vedere. Questo è un luogo in cui osare!